ESPLORAZIONE ROBOTICA
Inaugurato a Torino il ROCC, il centro di controllo del Rover di ExoMars 2020, la missione ESA-Roscosmos che ha l’obiettivo di cercare su Marte eventuali tracce riconducibili a forme di vita
08.06.2019
ExoMars 2020 è una missione di esplorazione robotica con l’obiettivo di portare su Marte una piattaforma dalla quale far scendere il Rover “Rosalind Franklin”. Il Rover, del peso approssimativo di 2 t, si muoverà sulla superficie marziana alla ricerca di tracce di vita, preleverà campioni di suolo con un trapano e li analizzerà grazie all’avanzatissimo Laboratorio Analitico
ALD (Analitycal Laboratori Drawer), cuore del Rover. ExoMars sarà la prima missione caratterizzata da capacità di movimento sulla superficie e di analisi in profondità del suolo marziano.
Grazie all’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il nostro Paese è stato coinvolto nella progettazione della missione e in attività essenziali per il successo del programma.
Di recente è stato inaugurato a Torino, presso ALTEC (Aerospace Logistics Technology Engineering Company), il ROCC (Rover Operation Control Center) della missione ExoMars 2020. Compito del ROCC sarà quello di pianificare e verificare gli spostamenti del Rover, ricercando le zone più idonee per gli obiettivi della missione: trovare eventuali tracce riconducibili a forme di vita passata e/o presente. Il centro di controllo sarà operativo a luglio 2020, quando la navicella ExoMars 2020 verrà lanciata per il suo viaggio interplanetario. I comandi saranno inviati al Rover tramite il TGO (Trace Gas Orbiter), lanciato nella missione ExoMars 2016 (attualmente in orbita intorno a Marte). La rete delle comunicazioni sarà gestita dall’ESOC (European Space Operations Centre) dell’European Space Agency (ESA) a Darmstadt (Germania).
Il ROCC sarà composto da differenti sistemi e strutture:
– Operations room, sala nella quale verranno pianificate, gestite ed eseguite tutte le operazioni del Rover insieme ai team scientifici;
– MarsTerrain Simulator (MTS), ambiente dove verrà simulato il terreno marziano (dal punto di vista morfologico e mineralogico) a supporto dell’attività operativa quotidiana, dei test funzionali del Rover Ground Test Model (GTM) e per riprodurre le contingenze che il Rover si troverà ad affrontare sulla superficie marziana;
– Tilting platform, struttura di 8 x 8 m che permetterà di supportare i test del Rover GTM;
– Drilling and illumination system, ambiente che riprodurrà e testerà le operazioni di trapanatura e simulare la variazione di luce marziana.
LE MISSIONI DEL PROGRAMMA EXOMARS
ExoMars è un programma congiunto ESA-Roscosmos (Agenzia Spaziale Russa) che in due distinte missioni (ExoMars 2016 e ExoMars 2020) ha il compito principale di analizzare la composizione dell’atmosfera marziana con il satellite TGO lanciato nel 2016, e il sottosuolo del pianeta rosso con il Rover nella missione del 2020, per rispondere alla domanda: c’è stata (o c’è ancora) vita su Marte? I numerosi strumenti della piattaforma fissa consentiranno di studiare in dettaglio l’ambiente circostante al sito di arrivo, e di fornire indicazioni sui possibili rischi che potranno incontrare le future esplorazioni umane sul pianeta.
La prima missione ExoMars 2016 era composta dall’orbiter TGO (Trace Gas Orbiter) e dal modulo di discesa (lander) Schiaparelli (dal nome dell’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli che nel XIX secolo fu il primo a mappare la superficie del Pianeta Rosso). La sonda, giunta nell’orbita marziana dopo 7 mesi di viaggio, ha rilasciato il lander il cui atterraggio non è andato secondo i piani previsti. Schiaparelli è comunque riuscito a raccogliere e inviare molti dei dati ambientali che avrebbe dovuto rilevare una volta al suolo.
TGO invece è tutt’ora pienamente operativo nell’orbita marziana e con l’arrivo di ExoMars 2020 sarà utilizzato, tra l’altro, come ponte di comunicazione tra il Rover e la Terra.

ExoMars 2016: Trace Gas Orbiter. Image credit: ESA–David Ducros
La seconda missione ExoMars 2020, che partirà nell’estate del 2020, è unica nel suo genere per il contributo che potrà dare sull’esistenza di possibili forme di vita. L’obiettivo è quello di far atterrare una piattaforma (realizzata da Roscosmos) dalla quale scenderà il Rover (realizzato dall’ESA) che, perforando il terreno con un trapano (Drill) costruito in Italia, proverà a identificare i bio-marker che si stima possano trovarsi ad una profondità di circa 2 m: gli scienziati ipotizzano infatti che fino a 1,5 m le eventuali forme di vita siano state danneggiate dalle radiazioni cosmiche e solari.

ExoMars 2020: Rover “Rosalind Franklin”. Image credit: ESA/ATG medialab
Le principali fasi di attività di ExoMars 2020 saranno:
– il lancio con un razzo Proton da Baikonur tra il 26 Luglio e l’11 Agosto 2020, rotta verso Marte con una traiettoria balistica diretta, la separazione del Carrier Module (CM) dal Descent Module (DM), l’ingresso nell’atmosfera marziana, e la successiva discesa e ammartaggio del DM e del suo Rover il 19 marzo 2021;
– l’arrivo della piattaforma di ammartaggio e uscita del Rover;
– l’esplorazione di una vasta area di Marte, con raccolta di campioni geologici/scientifici della superficie e del sottosuolo fino ad una profondità di 2 m;
– la ricerca di eventuali forme di vita presenti e passate nei campioni di terreno che verranno analizzati a bordo del Rover, studio geochimico e studio dell’atmosfera della superficie e degli ambienti del sottosuolo.

ExoMars 2020: Rover Operations Control Center (ROCC). Image credit: ALTEC/Thales Alenia Space
Testo redatto su fonte Thales Alenia Space e ASI del 30 maggio 2019
Per approfondimenti su ExoMars: exploration.esa.int/mars
ExoMars 2016 – Europe’s new era of Mars Exploration, © 2015 European Space Agency
Image credit: European Space Agency (ESA)
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VELIVOLI IPERSONICI
STRATOFLY: progetto europeo che mira ad esplorare la fattibilità del volo nella stratosfera mediante lo sviluppo di un velivolo per il trasporto passeggeri in grado di raggiungere velocità Mach 8
26.11.2018
Si stima che nel 2050 il numero dei passeggeri trasportati in aereo sarà 6 volte quello attuale, una previsione che renderebbe necessario lo sfruttamento dello spazio di volo fino alla stratosfera, la fascia dell’atmosfera compresa tra i 15 e i 50 km di altitudine.
Con questo ambizioso obiettivo è nato
STRATOFLY (Stratospheric Flying Opportunities for High-Speed Propulsion Concepts), un progetto di ricerca europeo che mira ad esplorare la fattibilità del volo ad alta velocità (ipersonico) per il trasporto passeggeri nella stratosfera, prendendo in considerazione fattori tecnologici, ambientali ed economici. L’obiettivo è rendere sostenibile lo sfruttamento di nuovi spazi di volo, riducendo drasticamente i tempi di trasferta, le emissioni e il rumore e garantendo i richiesti livelli di sicurezza. Le tecnologie sviluppate dal progetto rappresentano inoltre un primo passo verso futuri lanciatori riutilizzabili.
Image credit: European Space Agency (ESA)
Con un budget di 4 milioni di euro ed una durata di 30 mesi (dal 01.06.2018 al 30.11.2020), STRATOFLY è un consorzio, coordinato dal Politecnico di Torino, di partner nazionali e internazionali: Institut Von Karman De Dynamique Des Fluides (Belgio), Stichting Nationaal Lucht- En Ruimtevaartlaboratorium (Olanda), CIRA – Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (Italia), Deutsches Zentrum Fuer Luft – Und Raumfahrt Ev (Germania), Office National d’Etudes et de Recherches Aerospatiales (Francia), CNRS – Centre National de La Recherche Scientifique (Francia), Totalforsvarets Forskningsinstitut (Svezia), Technische Universitat Hamburg-Harburg (Germania), Fundacion de la Ingenieria Civil De Galicia (Spagna).
Il progetto si propone di testare, entro il 2035, il primo prototipo di un velivolo ipersonico che, a 30 km di altitudine, volerà a 8 volte la velocità del suono (Mach 8), per effettuare una missione di trasporto civile di passeggeri a largo raggio. Per perfezionare il design e il concetto di operazioni è stato selezionato come veicolo di riferimento il LAPCAT-II MR2. Il volo ipersonico nella stratosfera a Mach 8 è dieci volte più veloce di quello di un attuale aereo di linea utilizzato per le tratte civili. Questa performance consentirebbe, ad esempio, di viaggiare da Brussels (Belgio) a Sydney (Australia) in meno di 3 ore, un risultato che rivoluzionerebbe il mondo dei trasporti aerei.
STRATOFLY ha cinque obiettivi:
1 – ridurre drasticamente i tempi di trasferta per voli civili a lungo raggio;
2 – individuare nuove rotte in spazi di volo al momento non sfruttati (stratosfera), percorribili ad alta velocità (volo ipersonico);
3 – ridurre le emissioni e il rumore, valutando l’impatto sul clima e garantendo al contempo standard di sicurezza adeguati al trasporto passeggeri;
4 – valutare la sostenibilità economica della futura operabilità di velivoli ipersonici;
5 – far crescere il livello di maturità di tecnologie abilitanti per futuri lanciatori riutilizzabili.

Image credit: STRATOFLY project/European Union’s Horizon 2020
La ricerca è altamente multidisciplinare e combina aspetti tecnologici ad aspetti operativi. Nello specifico STRATOFLY è orientato al progetto di un velivolo con sistema propulsivo innovativo air breathing basato su due sistemi integrati similari a quelli dei velivoli commerciali – a carburante e aria – ma utilizzando un tipo di propellente differente: l’idrogeno liquido.
Le tecnologie cruciali per il successo del concetto di velivolo ipersonico riguardano l’integrazione di sistemi propulsivi innovativi, configurazioni strutturali non convenzionali e sistemi per la gestione degli aspetti termici e di generazione di potenza elettrica. Oltre alla notevole riduzione dei tempi di trasferta per voli civili a lungo raggio, elementi operativi di fondamentale importanza riguarderanno la riduzione di emissioni, rumore e la sostenibilità di rotte inesplorate, garantendo i livelli di sicurezza necessari per il trasporto passeggeri.
STRATOFLY include anche questioni non tecnologiche cruciali per il futuro del trasporto passeggeri nella stratosfera, che comprendono la stima del costo del ciclo di vita dei velivoli, l’analisi di mercato, i fattori umani legati all’accettabilità sociale della tecnologia, la sicurezza e la regolamentazione del traffico.
L’Europa si propone di mantenere ed estendere la leadership industriale nell’ambito dei velivoli ipersonici, riducendo l’impatto ambientale e garantendo standard di sicurezza adeguati al trasporto passeggeri. Verranno analizzati le emissioni di diversi tipi di carburante in vari livelli della stratosfera e la generazione del rumore, per identificare fra le traiettorie percorribili da un punto di vista tecnico quelle che meglio soddisfano i requisiti di impatto ambientale.
I trasporti ad alta velocità potranno diminuire la durata del viaggio di un fattore 3 o 6 a seconda della velocità e della rotta di volo. STRATOFLY considererà anche l’impatto sul benessere fisico e psicologico dei passeggeri in questo nuovo tipo di voli, tenendo conto del comfort e dei ritmi sonno-veglia, oltre che degli aspetti di sicurezza.
Testo redatto su fonte Politecnico di Torino del 15 novembre 2018
Per approfondimenti su STRATOFLY: www.h2020-stratofly.eu
The LAPCAT-MR2 Hypersonic Cruiser Concept, ICAS Congress 2014, St. Petersburg, Russia
Image credit: Shutterstock-573100297
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MONITORAGGIO SATELLITARE
È in orbita polare ad oltre 800 km dalla Terra MetOp-C, il terzo satellite ESA-NOAA della costellazione MetOp che migliorerà le previsioni meteorologiche fino a 10 giorni di anticipo
10.11.2018
Lanciato da un razzo Soyuz dallo Spaceport europeo di Kourou (Guyana francese), è in orbita MetOp-C, il terzo satellite del
Meteorological Operational satellite programme (MetOp), una costellazione di 3 satelliti meteorologici identici che completa il programma di satelliti Meteosat in orbita geostazionaria a 36.000 km sopra l’Equatore. I satelliti MetOp sono stati sviluppati dall’
European Space Agency (ESA) per costituire il segmento spaziale
Eumetsat Polar System (EPS), il contributo dell’Europa ad un sistema polare multi-orbita condiviso con l’agenzia statunitense
National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
Lanciato nel 2006, MetOp-A è stato il primo satellite meteorologico europeo in orbita polare (ruota attorno alla Terra passando da un polo all’altro) a poco più di 800 km di altezza, seguito da MetOp-B il cui lancio è avvenuto nel 2012. Pesanti oltre 4.000 kg ciascuno, con i pannelli solari aperti i satelliti MetOp misurano 17,6 m x 6,5 m x 5,2 m.
Dotati di sensori per le misure di temperatura, umidità, gas atmosferici, ozono e velocità del vento sulla superficie degli oceani, gli avanzatissimi strumenti a bordo (sviluppati in Europa e negli Stati Uniti) saranno utilizzati sia per scopi di ricerca sul clima, sia per contribuire a migliorare le previsioni meteorologiche fino a 10 giorni di anticipo.
Con i tre satelliti MetOp operativi in orbita, l’EPS rilascerà agli utenti i dati di output a partire dalla primavera del 2019.
Gli strumenti a bordo dei satelliti sono:
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AMSU-A (Advanced Microwave Sounding Unit-A)
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ASCAT (Advanced Scatterometer)
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AVHRR/3 (Advanced Very High Resolution Radiometer)
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GOME-2 (Global Ozone Monitoring Experiment-2)
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GRAS (Global Navigation Satellite System Receiver for Atmospheric Sounding)
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IASI (Infrared Atmospheric Sounding Interferometer)
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MHS (Microwave Humidity Sounder
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SEM (Space Environment Monitor)
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ARGOS (Advanced Data Collection)
MetOp-C assicurerà anche la transizione graduale all’Eumetsat Polar System – Second Generation (EPS-SG): sviluppato dall’ESA in cooperazione con NOAA, si tratta di un programma che prevede una costellazione di 6 satelliti (1A, 1B, 2A, 2B, 3A,3B), in orbita polare a 817 km dalla Terra, che garantirà la continuità delle osservazioni satellitari agli utenti nel periodo 2021-2040.
Il lancio del primo satellite MetOp-SG 1A è programmato per settembre 2021.
Testo redatto su fonte ESA del 7 novembre 2018
Per approfondimenti su MetOp: Meteorological Operational satellite programme
Per approfondimenti su EPS: Eumetsat Polar System
Per approfondimenti su EPS-SG: Eumetsat Polar System – Second Generation
Images credit: ESA
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InSight: missione per rilevare le onde sismiche su Marte
28.10.2018 – La missione MARS InSight della NASA sarà la prima dedicata specificamente allo studio dell’interno del Pianeta Rosso. Il lander, che atterrerà sul suolo marziano il 26.11.2018, utilizzerà SEIS (Seismic Experiment for Interior Structure), un sismometro ultrasensibile per il rilevamento delle onde sismiche, generate da martemoti o impatti di meteoriti, e persino delle vibrazioni della sua superficie dovute all’attività meteorologica o alla turbolenza di fenomeni atmosferici. La sensibilità di SEIS, infatti, è talmente elevata da essere in grado di rilevare movimenti superficiali di dimensioni più piccole di quella di un atomo di idrogeno.
Image credit: NASA/JPL-Caltech |
IPERDRONE: sistema di rientro dall’orbita bassa
03.07.2018 – Finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), è un programma per la realizzazione di un piccolo sistema spaziale progettato per rientrare dall’orbita bassa, riportando integri sulla Terra i materiali degli esperimenti scientifici eseguiti sulla International Space Station (ISS). La prima missione, DAVID (Drone Autonomo per Verifica ISS e De-orbiting), averrà nell’autunno del 2019, ed avrà l’obiettivo di sperimentare la sua capacità di interagire con la ISS. (Image credit: NASA)


PERSONE ED EVENTI IN EVIDENZA |
NASA’s 3D-Printed Habitat Challenge
Video credit: NASA/HASSELL/Eckersley O’Callaghan/LightField London/IMIGO
PUBBLICAZIONI DI RICERCA SEGNALATE |
Development of Design Methodology for a Small Solar-Powered Unmanned Aerial Vehicle
International Journal of Aerospace Engineering (2018), DOI: 10.1155/2018/2820717
Existing mathematical design models for small solar-powered electric unmanned aerial vehicles (UAVs) only focus on mass, performance, and aerodynamic analyses. Presently, UAV designs have low endurance. The current study aims to improve the shortcomings of existing UAV design models. Three new design aspects (i.e., electric propulsion, sensitivity, and trend analysis), three improved design properties (i.e., mass, aerodynamics, and mission profile), and a design feature (i.e., solar irradiance) are incorporated to enhance the existing small solar UAV design model. A design validation experiment established that the use of the proposed mathematical design model may at least improve power consumption-to-take-off mass ratio by 25% than that of previously designed UAVs. UAVs powered by solar (solar and battery) and nonsolar (battery-only) energy were also compared, showing that nonsolar UAVs can generally carry more payloads at a particular time and place than solar UAVs with sufficient endurance requirement. The investigation also identified that the payload results in the highest effect on the maximum take-off weight, followed by the battery, structure, and propulsion weight with the three new design aspects (i.e., electric propulsion, sensitivity, and trend analysis) for sizing consideration to optimize UAV designs.
Optimal Design and CFD Analysis of Wing of a Small-Scale UAV to Obtain Maximum Efficiency
Journal of Aeronautics & Aerospace Engineering (2018), DOI: 10.4172/2168-9792.1000207
In the recent past small-scale Unmanned Aerial Vehicles (or Unmanned Aerial System as it is called presently) have evolved as an important tool in non-conventional fields like agriculture, e-Commerce, policing, medical logistics in addition to military applications. This paper presents the complete methodology (very limited article exists) applied to optimally design the wing of a small scale Unmanned Aerial Vehicle with help of widely used CFD software, ANSYS to maximize its efficiency. In this study, the application of computational methods in the iterative design process is successfully explored. The various design parameters and features of wing also have been explored with help of CFD analysis to derive the advantages. The strength and stiffness analysis of the UAV wing has also been carried out using ANSYS. The modelling of wing and associated parts were carried out on CATIA. The final design of the wing has two spars, 20 ribs a side with mid wing root strengthening, near elliptical planform and has an all composite structure. The wing is lighter in weight as compared to a similar wing made from Aluminum view weight optimization, and strong enough to meet all in-flight load conditions with safety margins. This paper demonstrates the design process/methodology to optimally design an efficient small-scale UAV.
Wind Tunnel Tests of the Inverted Joined Wing and a Comparison with CFD Results
Aircraft Engineering and Aerospace Technology (2018), DOI: 10.1108/AEAT-11-2016-0195
The purpose of this paper is to present the methodology and approach adapted to conduct a wind tunnel experiment on the inverted joined-wing airplane flying model together with the results obtained. General assumptions underlying the dual-use model design are presented in this paper. The model was supposed to be used for both wind tunnel tests and flight tests that significantly drive its size and internal structure. Wind tunnel tests results compared with the outcome of computational fluid dynamics (CFD) were used to assess airplane flying qualities before the maiden flight was performed. Extensive data about the aerodynamic characteristics of the airplane were collected. Clean configurations in symmetric and asymmetric cases and also configurations with various control surface deflections were tested. The data obtained experimentally made it possible to predict the performance and stability properties of the unconventional airplane and to draw conclusions on improvements in further designs of this configuration. The airplane described in this paper differs from frequently analyzed joined-wing configurations, as it boasts a front lifting surface attached at the top of the fuselage, whereas the aft one is attached at the bottom. The testing technique involving the application of a dual-use model is also innovative.